Belforte

<p>Città del miele e dei prodotti autunnali &#8211; Belforte all’Isauro è un caratteristico borgo situato al confine con la Toscana (la provincia di Arezzo è a soli 300 mt) posto su un’altura rocciosa tra i torrenti Isauro e Fossato, prima che questi confluiscano nel fiume Foglia. </p> <p>Molto suggestivo è il panorama che lo circonda: principalmente spicca la sagoma del Monte Carpegna, ed in secondo luogo si notano dolci colline che si contrappongono ad alture dalle cime più impervie; inoltre è il posto perfetto da utilizzare come partenza per passeggiate ed escursioni seguendo i sentieri verso il<a href="https://www.visitmontefeltro.it/localita/parco-sasso-simone-e-simoncello/"> Parco del Sasso Simone e Simoncello</a> oppure verso l’Alpe della Luna.</p> <p>La storia di Belforte, come di numerosi paesi del Montefeltro, è caratterizzata da un avvicendarsi di domini diversi.</p> <p>Il primo insediamento risale al V sec. a.C. da parte di alcune popolazioni nomadi provenienti dall’Umbria, che si dedicavano principalmente alla pastorizia. Successivamente i Romani, dopo aver sconfitto gli Etruschi e i Galli, conquistarono anche questa regione e vi si stabilirono costruendo insediamenti, come dimostrano le scoperte edilizie rinvenute a nord del paese e conservate nel Museo Archeologico di Urbino.</p> <p>Nei secoli XIII e XIV Belforte era uno dei castelli della Massa Trabaria sotto la dominazione della Chiesa, fino al 1378 quando, in seguito alle rivolte di tutto il territorio contro i rappresentati pontifici, fu assegnato, insieme ad altri castelli, al conte Antonio da Montefeltro. <strong>Il paese rimase di proprietà dei Montefeltro fino al 1631, quando il Ducato di Urbino venne assoggettato alla Santa Sede.</strong> Gli anni di governo dei Montefeltro furono caratterizzati dalle continue lotte contro la famiglia dei Malatesta; da ricordare una lunga guerra, tra il 1439 e il 1463, dove un giovane Federico da Montefeltro fu gravemente ferito in battaglia per difendere il suo Castello.</p> <p>Nonostante i numerosi conflitti la vita economica del paese era fiorente, si costruivano ville e case signorili (Federico fece anche ristrutturare il Castello dall’architetto Francesco di Giorgio Martini) e questa condizione rese Belforte uno dei più importanti centri della zona.</p> <p>Infine nel 1872, continuando a godere di un certo benessere economico, il borgo diventò un comune autonomo, al quale furono annesse alcune frazioni limitrofe.</p> <p>Già citato in precedenza, <strong>una delle principali attrattive di Belforte è il Castello</strong>: di elevata rilevanza artistica, è formato da due torri di guardia poste alle estremità, tra le quali si inserisce il palazzo che conserva le caratteristiche dei diversi periodi storici e delle molteplici dominazioni a cui è stato soggetto il paese; si possono, ad esempio, ammirare elementi architettonici del periodo pre-romanico, gotico e rinascimentale.</p> <p>La sua storia è legata al Barone prussiano di Beaufort (dalla cui famiglia deriva la denominazione del borgo) che scese a Belforte dopo l’Unità d’Italia. Sostenendo che il maniero era appartenuto ai suoi avi in periodo medievale ne reclamò i diritti di proprietà. </p> <p>I belfortini però non furono molto ospitali nei suoi confronti e non presero in considerazione i diritti che pretendeva, quindi egli tornò in Germania a mani vuote. Dopo una decina d’anni arrivarono i documenti con il testamento del Barone che prevedeva un lascito al Comune per l’acquisto del Castello (che era in mano a una delle nobili famiglie del luogo) con la clausola di adibirlo ad uso scolastico e comunale (a differenza di quello che era stato per anni sotto l’autorità dei Montefeltro, vale a dire una fortificazione difensiva). </p> <p>Dopo i&nbsp; restauri del dopoguerra è stato adibito a scuola elementare, mentre dal 1994, dopo altre ristrutturazioni, è diventato la sede della Scuola di lingua italiana per stranieri.</p> <div class="wp-block-image"> <figure class="alignright"><a href="https://www.borghipesarourbino.it/wp-content/uploads/2017/09/Belforte-tabernacolo.jpg" data-lbwps-width="1024" data-lbwps-height="768" data-lbwps-srcsmall="https://www.borghipesarourbino.it/wp-content/uploads/2017/09/Belforte-tabernacolo.jpg"><img src="https://www.borghipesarourbino.it/wp-content/uploads/2017/09/Belforte-tabernacolo-300x225.jpg" alt="Tabernacolo tricuspidato di Belforte" class="wp-image-990"/></a></figure></div> <p>Un altro luogo di interesse è la chiesa parrocchiale di San Lorenzo in Foglia, risalente all’epoca Carolingia (VIII secolo), che venne però distrutta dal terremoto del 1781 e ricostruita intorno&nbsp;all’anno 1921, seguendo uno stile rinascimentale all’interno e barocco-neoclassico all’esterno, perdendo gli elementi originari. Al suo interno si possono ammirare, sull’altare di sinistra, una preziosa tela della scuola di Federico Barocci “San Francesco che riceve le stimmate”, mentre al centro è posto un Crocifisso ritenuto miracoloso in quanto, proveniente dall’antica Pieve, non crollò durante il terremoto.</p> <p>Infine non si può non soffermarsi davanti ad un altro monumento abbastanza singolare ma molto suggestivo e amato dai belfortini: il&nbsp;<strong>Tabernacolo Tricuspidato</strong>, situato all’inizio del paese, eseguito in stile neo-gotico nell’Anno Santo 1900 da un artigiano locale. Esso rappresenta tre avvenimenti fondamentali della vita della Madonna: l’Annunciazione, la Crocifissione e l’Assunzione.</p> <h2 class="wp-block-heading">Eventi a Belforte all’Isauro</h2> <p>Ad ottobre, precisamente il secondo sabato e la seconda domenica, si svolge a Belforte la “<strong>Festa del miele</strong>“, dove si possono gustare i sapori di un’antica cultura gastronomica facendo un vero e proprio tuffo nel passato. Oltre al miele, le specialità protagoniste della festa sono marmellate e dolci (come torte e biscotti), senza dimenticare <strong>funghi e tartufo, poichè la sagra è dedicata anche ai prodotti autunnali in genere</strong>. Il tutto è allietato da musica, spettacoli e nelle vie del borgo vengono rievocati antichi mestieri.</p>

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