Montecopiolo
La culla del Montefeltro – Situato all’interno del Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello, Montecopiolo è un’oasi di pace a due passi dalla costa adriatica e dalle località storiche di Urbino, San Leo e San Marino ben visibili dalle sue suggestive alture.
Secondo una leggenda di qui passò San Francesco che, incantato dal luogo, nutrì il desiderio di fondare un convento. Il progetto però non poté realizzarsi, i suoi fraticelli infatti si erano già impegnati nella costruzione del Convento di Sant’Igne, nel comune di San Leo.
San Francesco allora lasciò a questi luoghi una benedizione, che mai il terremoto li avrebbe toccati e che avrebbero avuto lustro perenne.
Montecopiolo, culla dei Duchi di Montefeltro
E’ sull’altura denominata Roccaccia, in uno scenario naturale senza eguali, che si trova l’antica sede del castello da cui ebbe origine la casata dei Montefeltro, divenuti poi i Duchi di Urbino. Ad oggi il sito archeologico è oggetto di recupero e valorizzazione da parte del Ce.A.M (Centro di Ricerca Archeologia Medievale) dell’Università degli Studi di Urbino; l’area archeologica, in cui secoli fa svettava il Castrum Montis Cupioli apostrofato per tutto il ‘500 come inespugnabile, ha visto l’inizio dei lavori nel 2002.
Il paesaggio naturale
Montecopiolo comprende:
- la vetta del Monte Carpegna (1415 metri), fra le vette più importanti dell’Appenino
- il Monte San Marco
- il Monte Montone (parco faunistico)
- l’omonimo Monte Copiolo o Roccaccia (sede dell’Area Archeologica del castello).
Eremo di Montecopiolo e la Faggeta di Pianacquadio
Il comune, noto per i percorsi naturalistici e per l’abbondante innevamento del periodo invernale, è dotato di impianti di risalita situati sia all’Eremo di Montecopiolo, sul Monte Carpegna, sia a Villagrande, il capoluogo comunale.
L’Eremo del Monte Carpegna è rinomato anche per la presenza del santuario della Madonna del Faggio, da secoli luogo di pellegrinaggio e spiritualità.
Il Santuario si trova nel bel mezzo di una faggeta secolare che, specie in autunno, diventa meta di fotografi provenienti da ogni dove. E’ la Faggeta di Pinaquadio, ultimo lembo di un’immensa faggeta che un tempo ricopriva la sommità del monte, luogo unico nel centro Italia.
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