Pietrarubbia, la pietra rossa e l’arte dei metalli

<p>L’antico insediamento sorge su uno sperone di pietra che da subito suggerisce il suo passato <strong>ruolo di sentinella del Montefeltro</strong>. L’antico castrum è stato teatro di lotte&nbsp;aspre durante tutto il basso medioevo, per questo sopravvive la leggenda della roccia tinta di rosso&nbsp;dal sangue delle molte battaglie.</p> <p><a href="https://www.visitmontefeltro.it/localita/pietrarubbia/">Pietrarubbia</a> in realtà <strong>deve il suo nome alla pietra rubea, una pietra rossastra che ha donato questa colorazione naturale alle rocce.</strong> Rocce rosse come il rubino, nota per essere fra le pietre più nobili e preziose al mondo. E cosa dona di tanto prezioso questo luogo? Silenzio e quiete.</p> <h3 class="wp-block-heading">Pietrarubbia: il più antico castello del Montefeltro</h3> <p>Secondo alcuni studi questo castello, oggi quasi completamente scomparso, sarebbe il più antico del Montefeltro, risalente al V secolo d.C. Negli scavi furono rinvenute ceramiche databili VI secolo d.C. e questo fece pensare che, già in quel periodo, potesse esserci un primo insediamento abitativo. Insieme alle ceramiche furono rinvenuti molti scarti di <strong>lavorazione del metallo</strong> che portarono a scoprire che, intorno al XIII secolo, <strong>Pietrarubbia era conosciuta in tutto il centro Italia</strong> per la grande maestria con cui venivano lavorati alcuni materiali, in particolare il ferro che veniva estratto sul posto.</p> <p><br>L’importanza nel medioevo di questo castello è stata notevole. Molte erano le botteghe artigiane i cui prodotti giungevano fino a Roma, dove <strong>le forbici di Pietrarubbia</strong> erano assai apprezzate. Ad oggi questo è “l’unico e più completo complesso siderurgico tardo medievale ritrovato, ricomponibile in tutte le sue fasi lavorative”. <br>Ambito a lungo tempo dalle diverse casate circostanti (dai Carpegna ai Malatesta, dalla Chiesa ai Montefeltro), il castello di Pietrarubbia si trovò ad affrontare un periodo di decadentismo. Intorno al 1960 il borgo visse il definitivo esodo della popolazione locale.</p> <h3 class="wp-block-heading">Arnaldo Pomodoro e la nascita del T.A.M.</h3> <p>Quando negli anni Settanta <strong>Arnaldo Pomodoro, uno dei più significativi scultori contemporanei</strong>, maestro dell’Espressionismo astratto e della Scultura pubblica a grandi dimensioni, si trovò casualmente a passare per Pietrarubbia se ne innamorò. Sentì la necessità di fare qualcosa per riportare il borgo all’antico splendore, viste le fatiscenti condizioni in cui versava. La sua iniziativa stimolò anche le istituzioni locali ad intervenire.</p> <p>Per recuperare le diverse strutture del borgo e la sua <strong>antichissima tradizione siderurgica e metallurgica</strong>, si decise di fondare una scuola sull’arte dei metalli. Nel 1990 nacque il <strong>T.A.M., Centro di Trattamento Artistico dei Metalli</strong>, il cui obiettivo primario era creare un luogo di studio di tecniche di lavorazione del metallo. Grazie ad un gruppo di docenti di livello internazionale, gli studenti ricevettero adeguati strumenti didattici rispetto sia all’insegnamento teorico sia alla pratica di laboratorio. Le opere nate dal corso T.A.M. sono oggi esposte in mostra permanente all’interno del borgo nell’antico palazzo gentilizio e lungo le vie del paesaggio circostante. Creando un vero e proprio <strong>museo a cielo aperto</strong>, esse hanno indubbiamente contribuito a catturare l’attenzione di nuovi visitatori verso il Montefeltro. </p>

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